sabato 21 gennaio 2017

Kurt Lewin e la teoria del campo

Kurt Zadek Lewin è stato uno psicologo tedesco, pioniere della psicologia sociale.
Fu tra i sostenitori della psicologia della Gestalt, da cui recepì l'idea che la nostra esperienza non è costituita da un insieme di elementi puntiformi che si associano, ma da percezioni strutturate di oggetti e/o reti di relazioni, e che solo in questo campo di relazioni trovano il loro significato, e fu tra i primi ricercatori a studiare le dinamiche dei gruppi e lo sviluppo delle organizzazioni.

Il concetto base di Lewin è quello di ricerca - azione
Si intende per ricerca - azione un modo di concepire la ricerca che si pone l'obiettivo non tanto di approfondire determinate conoscenze teoriche, ma di analizzare una pratica relativa ad un campo di esperienza da parte di un attore sociale con lo scopo di introdurre, nella pratica stessa, dei cambiamenti migliorativi.

Lewin è ricordato anche per i concetti espressi nella "teoria del campo", generalmente sintetizzata con la formula:
C = f (P, A)
in cui si mette in risalto che il comportamento (C) di un individuo è una funzione regolata da fattori interdipendenti costituiti dalla sua personalità (P), dall'ambiente (A) che lo circonda. Persona, ambiente sono considerati come un insieme interconnesso che va a formare lo spazio vitale di ogni soggetto. Per comprendere o prevedere il comportamento, dice Lewin, la personalità e il suo ambiente devono essere considerati come un'unica costellazione.  

La teoria del campo è una teoria psicologica di matrice Gestalt, nella quale l'attenzione ai processi percettivi, tipica di tali teorie, viene estesa da Kurt Lewin fino ai processi sociali e di gruppo.
La teoria del campo sostiene che la percezione di un campo di fiori d'estate varia in base all'individuo che lo osserva. 

Ad esempio, un passeggiatore domenicale si soffermerà ad osservare l'ambiente e a percepirne gli stimoli, osservando anche il grande spazio attorno a lui, mentre per un soldato il campo di fiori diventa un campo di battaglia, e il suo unico obiettivo è quello di fuggire e di salvarsi, quindi la percezione dello spazio si riduce, per esempio, ad un cespuglio dove potrà nascondersi.

 Infatti la teoria sostiene anche che la percezione dell'ambiente circostante e degli stimoli che ci fornisce, varia in base all'individuo, allo stato d'animo e alla situazione in quel determinato momento.

Le situazioni psicologiche vengono analizzate e valutate in relazione al contesto di riferimento, nel quale agiscono delle forze, rappresentabili graficamente, le quali sono in grado di agevolare od ostruire il costituirsi di determinati modelli di comportamento e di condotta.
In aderenza alla Gestalt, il gruppo è definito in termini di interdipendenza tra le parti, in esso la totalità è più della semplice somma dei singoli elementi costitutivi e può essere qualcosa di diverso. La teoria del campo afferma l'esistenza di forze contrastanti all'interno dei gruppi sociali. Queste forze tendono verso un equilibrio quasi stazionario, che caratterizzano il gruppo ad un certo stile di vita.
Questo modo di vedere il gruppo portò a delle conseguenze che introdussero il tema del cambiamento sociale: la tendenza all'equilibrio del gruppo costituisce una resistenza quando si vuole effettuare un cambiamento; le situazioni in cui è più facile cambiare un comportamento sono quelle di confronto di gruppo, piuttosto che il confronto con il singolo individuo. Le situazioni di interazione collettiva creano un maggior grado di coinvolgimento sociale e un maggior consolidamento delle decisioni prese.
Ci sono dei riflessi di psicologia dell'età evolutiva. Importante per la teoria del campo è appunto il luogo in cui il bambino si sviluppa, in quanto attraverso l'ambiente egli sarà in grado di sviluppare dei valori, delle norme, e anche delle resistenze.

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