giovedì 20 aprile 2017

I sofisti e la nascita della paidèia

Il termine sofista (=colui che sa usare il sapere) indica i primi insegnamenti a pagamento degli ispiranti politici.Possiamo paragonare i sofisti agli attuali esperti di comunicazione, che aiutano i politici durante la campagna elettorale.
 Essi intendono insegnare l'areté politica, cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere degli avversari.
La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica , cioè nell'arte del linguaggio. 
Secondo i sofisti questa areté si può imparare e non è una dote ereditaria. 

Le tecniche insegnate dai sofisti sono la dialettica e la retorica
  • la dialettica consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori, nel quale essi cercheranno di provare razionalmente la validità delle proprie posizioni confutando quelle dell'avversario.
  • la retorica consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio facendo appello a desideri, paure, speranze piuttosto che ad argomenti razionali.
Il vantaggio di queste tecniche era che i sofisti riuscivano ad avere un confronto tra diverse parti (= areté agonale/competitiva di Omero messa dal campo della guerra a quello della politica).

Però per poter battere l'avversario non erano necessarie tecniche del confronto verbale ma una cultura generale. In questo modo vengono gettate le basi della paidèia greca. Essa significava formazione e cura dei fanciulli e diventava sinonimo di cultura e di educazione mediante l'istruzione.

L'educazione nel mondo greco

La Grecia arcaica e i poemi di Omero

La civiltà greca si è sviluppata in un contesto diverso da altre civiltà: le testimonianze più antiche di qualche forma di educazione provengono dai miti. In particolare sono giunti fino a noi due poemi ovvero l'Iliade e l'Odissea (VII sec. a.C.)
Questi poemi sono attribuiti a un cantore greco: Omero.

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statua di Omero

Omero è un personaggio la cui esistenza è messa in dubbio, ha goduto di molta fama nel mondo greco e ha riuscito raccogliere e unificare leggende precedentemente diffuse in Grecia.
Nei poemi omerici compare il concetto di aretè ←(=virtù, non esclusivamente nel senso di vitù, ma nel senso di capacità o abilità). Esistono vari aretè:

  • areté guerriera→ è presente nell'Iliade dove è raccontato l'assedio della città di Troia e sono presenti esempi, ovvero gli eroi, modelli educativi di virtù belliche che inseguono onore e fama.
  • areté intelletuale→è presente nell'Odissea dove narra delle peregrinazioni attraverso il Mediterraneo di Ulisse. In questi viaggi Ulisse e i suoi compagni si trovano in situazioni che richiedono, oltre al coraggio e alla forza, astuzia e intelligenza.

Stella (film 2008)



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Trama: Parigi,1977. Stella è una ragazzina di 11 anni, vive con i suoi genitori sopra al bar che gestiscono, i quali però non prestano molta attenzione all'educazione della figlia. Stella è abituata a frequentare i clienti del bar, per esempio è più preparata sul calcio che sulla grammatica, infatti i suoi voti sono pessimi e rischia la bocciatura. Nel prestigioso istituto scolastico dove è stata ammessa si sente un pesce fuor d'acqua, fa amicizia solamente con Gladys, figlia di intellettuali ebrei argentini.









Commento personaleAll'inizio del film Stella non è molto motivata perché vive in una famiglia non molto istruita ed andare in una scuola così diversa dalla precedente, seria e "snob", la fa sentire inferiore; si vergogna perché non capisce quando i suoi compagni usano un linguaggio di registro più alto. Cerca di inserirsi nella nuova scuola, cercando di imitare i suoi compagni di classe.Viene stuprata da un cliente del bar e Stella inizia ad aver paura di essere abbandonata e del buio. A casa non riceve attenzioni e i suoi genitori si tradiscono a vicenda, avendo come conseguenza litigi.Durante il film  Stella inizia a sentirsi a proprio agio con se stessa ed a non vergognarsi più, questo grazie all'amica Gladys. Lei è stata la causa scatenante dello sblocco di Stella e del suo miglioramento. Inizia ad apprezzare la scuola e alla fine Stella, migliora piano piano: prende buoni voti ed infine viene promossa e questo la rende molto felice essendo uno dei suoi obiettivi e averlo raggiunto.

La motivazione


L’apprendimento è molto condizionato dalla motivazione, che può essere intrinseca o estrinseca.

Motivazione intrinseca

Ci sono situazioni nelle quali la motivazione dell’apprendimento è il premio o la ricompensa . Questa ricompensa è definita “rinforzo”.
In molti casi la motivazione intrinseca è costituita dalla curiosità , una sorta di “motivazione cognitiva”. In altri casi è il piacere che si prova a fare qualcosa.

ESPERIMENTO:

Il ruolo della motivazione intrinseca è stato dimostrato da uno sperimento condotto nel 1949 da Harry Harlow e due suoi allievi su otto macachi sottoposti a giochi di intelligenza come la soluzione di un puzzle o di “rompicapo”. Le scimmie premiate con dosi di cibo ottenevano risultati inferiori rispetto alle scimmie che non ricevevano ricompensa e che giocavano per il puro piacere di farlo.

L’esperimento dimostra che il rinforzo “uccide” la motivazione intrinseca, basato sull’interesse in sé.

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Motivazione estrinseca

Un premio, un aumento di stipendio, l’approvazione dei genitori sono motivi frequenti dei nostri comportamenti. Un ragazzo che studia soprattutto in vista di avere buoni voti (← esempio di motivazione estrinseca) e non per accrescere il proprio sapere (← esempio di motivazione intrinseca), in mancanza di buoi voti potrebbe rinunciare allo studio.

A seconda del tipo di motivazione, si può distinguere anche tra obiettivi di padronanza e obiettivi di prestazione :

  • obiettivi di padronanza-→ motivazione intrinseca
  • obiettivi di prestazione-→ motivazione estrinseca

Anche lo stato d’animo svolge un compito importante siccome:

  • tendenza al successo-→ fiducia
  • tendenza a evitare il fallimento-→ paura


Nel primo caso, le persone sono spinte ad affrontare anche compiti difficili, ma che ritengono fattibili; nel secondo caso scelgono compiti facili, oppure talmente difficili da giustificare il fallimento.

Dare un significato alla vista scolastica

Un alunno che confida in se stesso (attribuzione interna), si affiderà allo studio per avere buoni voti a scuola. 
Un alunno che invece non crede in se stesso, cercherà l'aiuto dai compagni o i suggerimenti dell'insegnante, in caso di successo nonostante la mancanza di aiuti, si convincerò che è stata solo fortuna.

Un buon risultato è spesso il frutto dell'impegno, ma anche da altri fattori fortuiti.

E’ importante lo stile attributivo in quanto tale: chi è abituato a contare su se stesso, probabilmente è destinato ad avere un rendimento scolastico. E’ ciò che gli studiosi chiamano self-serving bias, cioè inclinazione verso se stessi.




Non sempre però l’attribuzione interna comporta la fiducia in se stessi ..

Qualcuno può attribuire alle proprie capacità l’insuccesso o ritenere di essere 
privo di attitudine in qualche materia = una convinzione in grado di reprimere ogni capacità di miglioramento. 

Talvolta questa attribuzione è rafforzata dall’insegnante che considera l’alunno “limitato” e in caso di insperato successo lo accusa di aver copiato.



La profezia che si autorealizza (= espressione di uno studioso americano Robert K. Merton) l’aspettativa dell’insegnante che influisce sul rendimento scolastico dello studente perché questo si adeguerà a quanto pensa l’insegnante.