Un
alunno che confida in se stesso (attribuzione interna), si affiderà
allo studio per avere buoni voti a scuola.
Un
alunno che invece non crede in se stesso, cercherà l'aiuto dai
compagni o i suggerimenti dell'insegnante, in caso di successo
nonostante la mancanza di aiuti, si convincerò che è stata solo
fortuna.
Un
buon risultato è spesso il frutto dell'impegno, ma anche da altri
fattori fortuiti.
E’
importante lo stile attributivo in quanto tale: chi è abituato a
contare su se stesso, probabilmente è destinato ad avere un
rendimento scolastico. E’ ciò che gli studiosi
chiamano self-serving bias, cioè inclinazione
verso se stessi.
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Non
sempre però l’attribuzione interna comporta la fiducia in se
stessi ..
Qualcuno
può attribuire alle proprie capacità l’insuccesso o ritenere di
essere
privo di attitudine
in qualche materia = una convinzione in grado di
reprimere ogni capacità di miglioramento.
Talvolta
questa attribuzione è rafforzata dall’insegnante che
considera l’alunno “limitato” e in caso di insperato
successo lo accusa di aver copiato.
La
profezia che si autorealizza (= espressione di uno studioso
americano Robert K. Merton) l’aspettativa dell’insegnante che
influisce sul rendimento scolastico dello studente perché questo si
adeguerà a quanto pensa l’insegnante.
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