L’apprendimento
è molto condizionato dalla motivazione, che può essere intrinseca o
estrinseca.
Motivazione
intrinseca
Ci
sono situazioni nelle quali la motivazione dell’apprendimento è il
premio o la ricompensa . Questa ricompensa è definita “rinforzo”.
In
molti casi la motivazione intrinseca è costituita dalla curiosità ,
una sorta di “motivazione cognitiva”. In altri casi è il piacere
che si prova a fare qualcosa.
ESPERIMENTO:
Il
ruolo della motivazione intrinseca è stato dimostrato da uno
sperimento condotto nel 1949 da Harry Harlow e due suoi allievi su
otto macachi sottoposti a giochi di intelligenza come la soluzione di
un puzzle o di “rompicapo”. Le scimmie premiate con dosi di cibo
ottenevano risultati inferiori rispetto alle scimmie che non
ricevevano ricompensa e che giocavano per il puro piacere di farlo.
L’esperimento
dimostra che il rinforzo “uccide”
la motivazione intrinseca, basato sull’interesse in sé.
Motivazione
estrinseca
Un
premio, un aumento di stipendio, l’approvazione dei genitori sono
motivi frequenti dei nostri comportamenti. Un ragazzo che studia
soprattutto in vista di avere buoni voti (← esempio di motivazione
estrinseca) e non per accrescere il proprio sapere (← esempio di
motivazione intrinseca), in mancanza di buoi voti potrebbe rinunciare
allo studio.
A
seconda del tipo di motivazione, si può distinguere anche tra
obiettivi di padronanza e obiettivi di prestazione :
-
obiettivi di padronanza-→ motivazione intrinseca
-
obiettivi di prestazione-→ motivazione estrinseca
Anche
lo stato d’animo svolge un compito importante siccome:
-
tendenza al successo-→ fiducia
-
tendenza a evitare il fallimento-→ paura
Nel
primo caso, le persone sono spinte ad affrontare anche compiti
difficili, ma che ritengono fattibili; nel secondo caso scelgono
compiti facili, oppure talmente difficili da giustificare il
fallimento.
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